Lettori fissi

martedì 18 giugno 2013

# TI SALUTO



Questo post è stato copincollato dal blog di Carla,  poichè condivido in pieno ciò di cui parla. Grazie Carla per aver fatto da tramite per questo bel post.
In Italia l’insulto sessista è pratica comune e diffusa. Dalle battute private agli sfottò pubblici, il sessismo si annida in modo più o meno esplicito in innumerevoli conversazioni.
Spesso abbiamo subito commenti misogini, dalle considerazioni sul nostro aspetto fisico allo scopo di intimidirci e di ricondurci alla condizione di oggetto, al violento rifiuto di ogni manifestazione di soggettività e di autonomia di giudizio.
In Italia l’insulto sessista è pratica comuneperché è socialmente accettato e amplificato dai media, che all’umiliazione delle persone, soprattutto delle donne, ci hanno abituato da tempo.
Ma il sessismo è una forma di discriminazione e come tale va combattuto.
A gennaio di quest’anno il calciatore Kevin Prince Boateng, fischiato e insultato da cori razzisti, ha lasciato il campo. E i suoi compagni hanno fatto altrettanto.
Mario Balotelli minaccia di fare la stessa cosa.
L’abbandono in massa del campo è un gesto forte. Significa: a queste regole del gioco, noi non ci stiamo. Senza rispetto, noi non ci stiamo.
L’abbandono in massa consapevole può diventare una forma di attivismo che toglie potere ai violenti, isolandoli.
Pensate se di fronte a una battuta sessista tutte le donne e gli uomini di buona volontà si alzassero abbandonando programmi, trasmissioni tv o semplici conversazioni.
Pensate se donne e uomini di buona volontà non partecipassero a convegni, iniziative e trasmissioni che prevedono solo relatori uomini, o quasi (le occasioni sono quotidiane).
Pensate se in Rete abbandonassero il dialogo, usando due semplici parole: #tisaluto.
Sarebbe un modo pubblico per dire: noi non ci stiamo. O rispettate le donne o noi, a queste regole del gioco, non ci stiamo.
Se è dai piccoli gesti che si comincia a costruire una società civile, proviamo a farne uno molto semplice.
Andiamocene. E diciamo #tisaluto.
Questo post è pubblicato in contemporanea da Marina Terragni, Loredana Lipperini,Giovanna CosenzaLorella Zanardo e Giorgia Vezzoli. Da un'idea di Giorgia Vezzoli.
Se ti va, copincollalo anche tu!

10 commenti:

  1. Ciao Stefania, sono daccordo, il rispetto deve esserci dappertutto e con chiunque, mollare un ceffone o lasciare il campo potrebbe essere una soluzione, se ognuno facesse la sua parte, forse le cose migliorerebbero, ciao grazie bel post istruttivo, buon pomeriggio a presto rosa.))

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    1. Io tra il ceffono e mollare il campo ... sono per il mollare il campo.
      Mai rispondere alla volenza delle parole con la violenza fisica.

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  2. Il rispetto è alla base di ogni principio.
    Lieta

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    1. E' vero e dobbiamo ricordarcelo ogni giorno anche nelle piccole cose.

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  3. Ciao Stefania,
    la discriminazione in tutte le sue forme è da condannare.
    Sono d'accordo sul fatto di boicottare certe situazioni "pubbliche" e penso sia altrettanto importante farlo anche nel proprio piccolo. Le bambine snobbano le compagne che non vestono alla moda o che sono in carne, i ragazzi deridono chi si dedica allo studio, noi genitori abbiamo un ruolo fondamentale, educare al rispetto delle diversità è alla base di tutto. La diversità arricchisce.
    Grazie per questo post.
    Marina

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    Risposte
    1. E' vero, spesso ci dimentichiamo che "il mondo è bello perché e vario" ... se fossimo tutto uguali e la pensassimo allo stesso modo che divertimento ci sarebbe?

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  4. i piccoli gesti eccome se aiuterebbero! è proprio vero che la società ci ha abituato all'insulto sessista e basterebbe poco per abbandonare questa pratica.
    Baci Baci

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    1. L'insulto di qualunque genere sia fa male a chi lo riceve, come dici basterebbe poco per abbandonare questa pratica

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  5. Ciao Stefania,
    se passi dal mio blog c'è un premio per te :-)
    Sara

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Grazie mille per la visità e per il commento.

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