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sabato 31 gennaio 2015

DONNE NELLA STORIA - RUTH BENEDICT

L'antropologia, nata come disciplina interna alla biologia, studia l'essere umano sotto diversi punti di vista: sociale, culturale, morfologico, psicoevolutivo, artistico-espressivo, filosofico-religioso e in genere dal punto di vista dei suoi vari comportamenti all'interno di una società.

Ruth Fulton Benedict, (New York, 5 giugno 1887 - New York, 17 settembre 1948) è stata un'antropologa statunitense,

(immagine presa dal web)

celebre per i suoi studi sulle popolazioni native del Nord-America, gli Zuni, i Serrano, i Cochiti, i Pima e gli Hopi nell'area sudoccidentale degli USA.

Ruth Benedict fu una delle prime donne a occuparsi di antropologia ed ebbe difficoltà a farsi accettare dalla classe accademica, tanto che diversi suoi scritti non furono mai pubblicati.

Nella sua opera più celebre, Modelli di cultura (1934), ha messo a confronto tre civiltà primitive: i Pueblos del Nuovo Messico, i Dobu della Nuova Guinea e gli Indiani della costa nord-occidentale d'America (principalmente i Kwakiutl), giungendo infine alla conclusione che la cultura sarebbe una sorta di personalità su vasta scala, comune a tutti gli individui facenti parte di un determinato gruppo sociale. Il concetto di “modello di cultura” sta dunque a indicare l’insieme dei tratti e delle peculiarità che caratterizzano una determinata cultura, sancendone l’individualità rispetto a ogni altra. I tratti di per sé possono far parte di più culture, ma è la particolare configurazione di questi tratti a rendere unica ogni cultura.


Fonte Wikipedia.
Per maggiori informazioni:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ruth_Benedict

sabato 17 gennaio 2015

DONNE NELLA STORIA - MARIA TERESA AGNESI PINOTTINI

Nacque a Milano il 17 ottobre 1720 e fu battezzata con i nomi di Teresa Maria Gaetana.
Era la sorella di Maria Gaetana Agnesi (di cui abbiamo parlato qui).
Come la sorella maggiore poté avvalersi di una educazione ampia ed approfondita, grazie al padre che poteva contare su un notevole patrimonio, accumulato dalla famiglia con il commercio di tessuti.

(immagine presa dal web)

Diversamente dalla sorella dimostrò una propensione per la poesia e la musica e si affermò sin da giovanissima come clavicembalista e compositrice.
All'età di 15 anni aveva infatti già composto vari brani strumentali.

Nel periodo che và tra il 1747 e il 1752 compose:
  • la cantata "il ristoro d'Arcadia", dedicata al ministro austriaco (la cui musica purtoppo è andata perduta)
  • l'opera "Sofonisba", offerta all'imperatore Francesco I per celebrare l'onomastico della consorte Maria Teresa d'Austria
  • l'opera "Ciro in Armenia" dedicata a Federico Augusto di Sassonia, re di Polonia
  • una serie di arie da camera dedicate alla principessa Maria Antonia Walpurgi
Sempre nel 1752, dopo la morte del padre sposò Pietro Antonio Pinottini.

Il 1753 fu l'anno in cui vide il riconoscimento ufficiale da parte di Gianmaria Mazzucchelli.

Negli anni successivi, alla ricca produzione musicale corrispose l'alta considerazione da parte del mondo intellettuale.

Il 7 Febbraio 1770 partecipò come invitata alla serata in onore del quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart insieme ad altri protagonisti della Milano Teatrale e musicale.

La compositrice, vedova dal 1792, vissi gli ultimi anni sempre più in gravi ristrettezze economiche e morì il 19 Gennaio 1795.


Fonte Wikipedia.
Per maggiori informazioni:
http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Teresa_Agnesi_Pinottini

mercoledì 10 settembre 2014

DONNE NELLA STORIA - MARIA PELLEGRINA AMORETTI

Rieccoci nuovamente al nostro appuntamento con le donne nella storia; oggi voglio parlarvi di MARIA PELLEGRINA AMORETTI che viene ricordata per essere stata la terza donna in Italia ad essersi laureata.

(immagine presa dal web)

Oneglia, 12 maggio 1756 – Oneglia, 12 novembre 1787.

Nipote del letterato e scienziato Carlo Amoretti, a dodici anni parlava le due lingue classiche - latino e greco - e a quindici anni discuteva di filosofia e fisica; studiò giurisprudenza sui libri del fratello maggiore.

Nonostante l'indubbio valore, trovò notevole difficoltà nel laurearsi a causa della condizione femminile.
Dopo essere stata rifiutata dall'Università di Torino, si laureò a ventuno anni in Ragion Civile (Iure utroque, Diritto) all'Università di Pavia il 25 gennaio 1777, riuscendo infine ad ottenere il riconoscimento legale del suo dottorato grazie ad una serie di tesi, una delle quali concerneva la figura di Beatrice d'Este.

Il contemporaneo poeta Giuseppe Parini le dedicò l'ode La laurea (Per la laurea in ambe le leggi conferita nella R. Università di Pavia alla Signora Maria Pellegrina Amoretti d'Oneglia. Ode).


La laurea (Giuseppe Parini)
Quell’ospite è gentil, che tiene ascoso
Ai molti bevitori
Entro ai dogli paterni il vino annoso
Frutto de’ suoi sudori;
E liberale allora 5
Sul desco il reca di bei fiori adorno,
Quando i Lari di lui ridenti intorno
Degno straniere onora:
E versata in cristalli empie la stanza
Insolita di Bacco alma fragranza. 10

Tal io la copia che de i versi accolgo
Entro a la mente, sordo
Niego a le brame dispensar del volgo,
Che vien di fama ingordo.
In van l’uomo, che splende 15
Di beata ricchezza, in van mi tenta
Sì che il bel suono de le lodi ei senta,
Che dolce al cor discende:
E in van de’ grandi la potenza e l’ombra
Di facili speranze il sen m’ingombra. 20

Ma quando poi sopra il cammin dei buoni
Mi comparisce innanti
Alma, che ornata di suoi propri doni
Merta l’onor dei canti,
Allor da le segrete 25
Sedi del mio pensiero escono i versi,
Atti a volar di viva gloria aspersi
Del tempo oltra le mete:
E donator di lode accorto e saggio
Io ne rendo al valor debito omaggio. 30

Ed or che la risorta insubre Atene,
Con strana meraviglia,
Le lunghe trecce a coronar ti viene
O di Pallade figlia,
Io rapito al tuo merto 35
Fra i portici solenni e l’alte menti
M’innoltro, e spargo di perenni unguenti
Il nobile tuo serto:
Nè mi curo se ai plausi, onde vai nota,
Finge ingenuo rossor tua casta gota. 40

Ben so, che donne valorose e belle
A tutte l’altre esempio
Veggon splender lor nomi a par di stelle
D’eternità nel tempio:
E so ben che il tuo sesso 45
Tra gli ufizi a noi cari e l’umil’ arte
Puote innalzarsi; e ne le dotte carte
Immortalar sè stesso.
Ma tu gisti colà, Vergin preclara,
Ove di molle piè l’orma è più rara. 50

Sovra salde colonne antica mole
Sorge augusta e superba,
Sacra a colei, che dell’umana prole,
Frenando, i dritti serba.
Ivi la Dea si asside 55
Custodendo del vero il puro foco;
Ivi breve sul marmo in alto loco
Il suo volere incide:
E già da quello stile aureo, sincero
Apprendea la giustizia il mondo intero. 60

Ma d’ignari cultor turbe nemiche
Con temerario piede
Osàro entrar ne le campagne apriche,
Ove il gran tempio siede:
E la serena piaggia 65
Occuparon così di spini e bronchi,
Che fra i rami intricati e i folti tronchi
A pena il sol vi raggia;
E l’aere inerte per le fronde crebre
V’alza dense all’intorno atre tenèbre. 70

Ben tu di Saffo e di Corinna al pari,
O donne altre famose,
Per li colli di Pindo ameni e vari
Potevi coglier rose:
Ma tua virtù s’irrìta 75
Ove sforzo virile a pena basta;
E nell’aspro sentier, che al piè contrasta,
Ti cimentasti ardita
Qual già vide ai perigli espor la fronte
Fiere vergini armate il Termodonte. 80

Or poi, tornando dall’eccelsa impresa,
Quì sul dotto Tesino
Scoti la face al sacro foco accesa
Del bel tempio divino:
E dall’arguta voce 85
Tal di raro saper versi torrente,
Che il corso a seguitar de la tua mente
Vien l’applauso veloce,
Abbagliando al fulgor de’ raggi tui
La invidia, che suol sempre andar con lui. 90

Chi può narrar qual dal soave aspetto
E da’ verginei labri
Piove ignoto finora almo diletto
Su i temi ingrati e scabri?
Ecco la folta schiera 95
De’ giovani vivaci a te rivolta
Vede sparger di fior, mentre t’ascolta,
Sua nobile carriera:
E al novo esempio de la tua tenzone
Sente aggiugnersi al fianco acuto sprone. 100

Ai detti al volto a la grand’alma espressa
Ne’ fulgid’ occhi tuoi
Ognun ti crederìa Temide stessa,
Che rieda oggi fra noi:
Se non che Oneglia, altrice 105
Nel fertil suolo di palladj ulivi,
Alza ai trionfi tuoi gridi giulivi;
E fortunata dice:
Dopo il gran Doria, a cui died’ io la culla,
È il mio secondo sol questa fanciulla. 110

E il buon parente, che su l’alte cime
Di gloria oggi ti mira,
A forza i moti del suo cor comprime,
E pur con sè s’adira,
Ma poi cotanto è grande 115
La piena del piacer, che in sen gli abbonda,
Che l’argin di modestia alfine innonda,
E fuor trabocca e spande:
E anch’ei col pianto, che celar desìa,
Grida tacendo: questa figlia è mia. 120

Ma dal cimento glorïoso e bello
Tanto stupore è nato,
Che già reca per te premio novello
L’erudito Senato.
Già vien su le tue chiome 125
Di lauro a serpeggiar fronda immortale:
E fra lieto tumulto in alto sale
Strepitoso il tuo nome;
E il tuo sesso leggiadro a te dà lode
De’ novi onori, onde superbo ei gode. 130

Oh amabil sesso, che su l’alme regni
Con sì possente incanto,
Qual’ alma generosa è che si sdegni
Del novello tuo vanto?
La tirannìa virile 135
Frema, e ti miri a gli onorati seggi
Salir togato, e de le sacre leggi
Interprete gentile,
Or che d’Europa ai popoli soggetti
Fin dall’alto dei troni anco le detti. 140

Tu sei, che di ragione il dolce freno
Sul forte Russo estendi;
Tu che del chiaro Lusitan nel seno
L’antico spirto accendi.
Per te Insubria beata, 145
Per te Germania è gloriosa e forte;
Tal che al favor de le tue leggi accorte
Spero veder tornata
L’età dell’oro, e il viver suo giocondo,
Se tu governi, ed ammaestri il mondo. 150

E l’albero medesmo, onde fu colto
Il ramoscel, che ombreggia
A la dotta Donzella il nobil volto,
Convien che a te si deggia.
In esso alta Regina 155
Tien conversi dal trono i suoi bei rai;
Tal che lieto rinverde, e più che mai
Al cielo s’avvicina.
Quanto è bello a veder che il grato alloro
Doni al sesso di lei pompa, e decoro! 160

Ma già la Fama all’impaziente Oneglia
Le rapid’ ali affretta;
E gridando le dice: olà, ti sveglia;
E la tua luce aspetta.
Insubria, onde romore 165
Va per mense ospitali ed atti amici,
Sa gli stranieri ancor render felici
Nel calle dell’onore.
Or quai, Vergine illustre, allegri giorni
Ti prepara la patria allor che torni? 170

Pari alla gloria tua per certo a pena
Fu quella, onde si cinse
Colà d’Olimpia nell’ardente arena,
Il lottator che vinse;
Quando tra i lieti gridi 175
Il guadagnato serto al crin ponea;
E col premio d’onor, che l’uomo bea,
Tornava ai patrj lidi;
E scotendo le corde amiche ai vati
Pindaro lo seguìa con gl’Inni alati.


Fonte Wikipedia.
Per maggiori informazioni:
http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Pellegrina_Amoretti

lunedì 18 agosto 2014

DONNE NELLA STORIA - LAURA BASSI

Se vi ricordate non molto tempo fà avevamo parlato di Elena Lucrezia Cornaro la prima donna laureata al mondo; ebbene a quanto pare anche il secondo posto di questo podio và ad una italiana LAURA BASSI

(immagine presa dal web)

che non solo è stata la seconda donna laureata al mondo ma viene ricordata principalmente per essere stata la prima donna al mondo ad ottenere una cattedra universitaria.

Certo che le donne italiane ... sono toste quando ci si mettono!!!!!

Nacque a Bologna e date le sue eccezionali doti intellettuali la famiglia riuscì ad impartirle un'educazione privata grazie alla quale le vennero insegnate materie che normalmente erano di solo appannaggio maschile come: logica, metafisica, fisica e psicologia.

Il 12 maggio 1732, su decisione del Senato accademico e grazie ai buoni uffici del cardinale Prospero Lambertini (futuro Papa Benedetto XIV) l'Università di Bologna le conferirì la laurea in Filosofia e le assegnò per la stessa materia una libera docenza.
Sempre nello stesso anno venne aggregata al collegio dei Dottori di Filosofia.
Il 27 giugno discusse la tesi di Filosofia Naturale con lo scopo di ottenere un'altra libera docenza.
Il 29 ottobre ricevette del Senato la cattedra onoraria di filosofia con uno stipendio di 500 lire.

Dato che era donna poteva però insegnare solo su permesso dei superiori, in speciali occasioni come ad esempio le visite di principi e alti prelati. 

Il 17 dicembre del memorabile anno 1732 Laura Bassi tenne una solenne prima lezione nel teatro anatomico dell'Archiginnasio di Bologna.
Dal 1734 venne invitata a partecipare all'annuale cerimonia dell'Anatomia Pubblica.

Nel 1749 avviò con grande successo corsi di Fisica sperimentale. Le lezioni si tennero in casa propria, nel laboratorio allestito insieme al marito. Dal momento che a Bologna era l'unico corso sulla disciplina ed era frequentato soprattutto da studenti dell'Università, il Senato accademico ne riconobbe l'utilità pubblica e assegnò a Laura Bassi uno stipendio di 1000 lire, uno dei più alti dell'università felsinea.

Dal 1766 cominciò ad insegnare fisica sperimentale agli alunni del Collegio di Montalto delle Marche (Ap).

Grazie alla stima che si era procurata con le sue ricerche e la sua attività didattica riuscì a farsi assegnare la cattedra di professore di fisica sperimentale nell'Istituto delle Scienze finalmente senza alcuna limitazione dovuta al sesso.

Morì a Bologna nel 1778.

Fonte Wikipedia.
Per maggiori informazioni:
http://it.wikipedia.org/wiki/Laura_Bassi

lunedì 12 maggio 2014

DONNE NELLA STORIA - ELENA LUCREZIA CORNARO

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (Venezia, 5 giugno 1646 – Padova, 26 luglio 1684), fu una filosofa italiana, e viene ricordata come la prima donna laureata al mondo.


Elena fu la quinta di sette figli. Il padre Giovan Battista Cornaro, appartenente a una delle più importanti famiglie veneziane, ebbe con Zanetta, donna di umilissime origini, una lunga relazione durante la quale nacquero tutti i loro figli: essi furono sempre legittimati alla nascita, ma la coppia si sposò soltanto nel 1654.

La famiglia di Giovan Battista Cornaro era da secoli esclusa dalle maggiori magistrature della Repubblica, ma le restava il prestigio del nome, del patrimonio e della cultura.


Probabilmente Giovan Battista, quando si accorse delle qualità della figlia, ne favorì in tutti i modi la crescita culturale e il successo pubblico: era infatti del tutto straordinario che una donna emergesse nel campo degli studi e un tale esempio di eccezione avrebbe ancor più contribuito a dare lustro al nome della famiglia.

Elena pur avendo una inclinazione per un'esistenza appartata, consapevole del compiacimento del padre, che volle assicurarle la migliore delle istruzioni, entrò nelle benedettine (scelta che appare un compromesso con la sua vocazione religiosa) in questo modo, pur osservando la regola dell'Ordine, poteva evitare la reclusione monastica e frequentare quel mondo secolare nel quale poteva trovare la libertà e i mezzi di continuare i propri studi.

Ormai nota tra gli studiosi italiani per la sua erudizione, la Cornaro fu accolta nel 1669 nell'Accademia dei Ricoverati di Padova, e successivamente nell'Accademia degli Infecondi di Roma, nell'Accademia degli Intronati di Siena, negli Erranti di Brescia, e in quelle dei Dodonei e dei Pacifici di Venezia.

La sua fama si estese anche all'estero:
- il cardinale Federico d'Assia-Darmstadt la consultò nel 1670 su problemi di geometria solida
- da Ginevra Louise de Frotté, nipote del celebre medico Théodore de Mayerne, invitò nel 1675 Gregorio      Leti a inserire la Cornaro nella sua raccolta di biografie di personaggi celebri
- nel 1677 il cardinale Emanuele de Bouillon la fece esaminare dai due eruditi Charles Cato de Court e      
   Ludovic Espinay de Saint-Luc, che ne rimasero ammirati

Dopo che Elena ebbe tenuto a Venezia una pubblica disputa di filosofia in lingua greca e latina, il padre Giovan Battista chiese che lo Studio di Padova assegnasse alla figlia la laurea in teologia, alla quale si oppose il vescovo di Padova, il cardinale Gregorio Barbarigo, la cui autorizzazione, in qualità di cancelliere dell'Università, era vincolante.
Egli sostenne che fosse «uno sproposito dottorar una donna» e che sarebbe stato un «renderci ridicoli a tutto il mondo».

Da tutto ciò ovviamente nacque un conflitto tra il cardinale e il padre di Elena che si concluse con il compromesso di farla laureare in filosofia.


Il 25 giugno 1678 la Cornaro sostenne la sua dissertazione e fu accolta nel Collegio dei medici e dei filosofi dello Studio padovano, benché non potesse comunque, in quanto donna, esercitare l'insegnamento.

(immagini prese dal web)

Stabilitasi a Padova vi morì a soli trentotto anni, il 26 luglio 1684, e fu sepolta nella chiesa di Santa Giustina.



Fonte Wikipedia.
Per maggiori informazioni:
http://it.wikipedia.org/wiki/Elena_Lucrezia_Cornaro

sabato 12 aprile 2014

DONNE NELLA STORIA - CONTESSA DU BARRY

Ve la ricordate la Contessa Du Barry del cartone Lady Oscar?


La "perfida" contessa che nel cartone ce la aveva a morte la regina Maria Antonietta?


Bene, allora sappiate che è un personaggio storico realmente esistito e che così come nel cartone anche nella realtà è stata l'amante del re Luigi XV.

(immagini prese dal web)

Figlia di una donna povera e di padre ignoto nacque in Lorena, venne educata in un convento e all'età di quindici anni si trasferì a Parigi.
La sua bellezza venne notata dal nobile Jean du Barry (1763), di cui divenne l'amante.
L'aristocratico l'aiutò a inserirsi negli ambienti dell'alta società parigina e lei per "ringraziarlo" (se così possiamo dire) sposò poi il fratello, il conte Guillaume du Barry.

In seguito fu notata da re Luigi XV e, dopo un annullamento d'ufficio del matrimonio, fu presentata a corte il 2 aprile del 1769, all'età di 25 anni.

È rimasta famosa l'avversione dell'allora Delfina Maria Antonietta nei suoi confronti. Le persone di rango inferiore non potevano rivolgere la parola per prime agli appartenenti a un rango superiore: forte di questa prerogativa, Maria Antonietta non rivolse mai la parola alla Du Barry. Le due donne si parlarono per la prima e unica volta su espresso ordine del re il 1º gennaio 1772 a Versailles, in occasione dei tradizionali scambi di auguri per il nuovo anno.

Alla morte di Luigi XV nel 1774, la contessa fu costretta ad abbandonare Versailles. Era infatti usanza dettata dall'etichetta che il sovrano, in punto di morte, per poter ricevere la confessione e la purificazione dell'anima, si congedasse dalle amanti, le quali erano costrette ad abbandonare la corte.

Fu arrestata e ghigliottinata dai rivoluzionari l'8 dicembre 1793 in Place de la Révolution, l'odierna Place de la Concorde, con l'accusa di aver cospirato contro la Repubblica.



Fonte Wikipedia.
Per maggiori informazioni:
http://it.wikipedia.org/wiki/Marie-Jeanne_B%C3%A9cu,_contessa_Du_Barry

giovedì 13 febbraio 2014

DONNE NELLA STORIA - MARGARET ABBOT

Visto che proprio in questi giorni si stanno svolgendo le OLIMPIADI DI SOCHI, ho deciso di raccontarvi una storia molto particolare, quella di Margaret Abbot, "campionessa olimpica a sua insaputa".

Eh, già può succedere anche questo, Margaret Abbott (Calcutta, 15 giugno 1878 – Greenwich, 10 giugno 1955) è stata una golfista statunitense.
Fu la prima campionessa olimpica statunitense, ma morì senza saperlo; perchè vi chiederete voi?


Semplice nel 1900 partecipò ad un torneo di golf femminile a nove buche insieme alla madre.
Margaret chiuse con 47 colpi, prima su 10 partecipanti, mentre la madre fece 65.
Nessuna delle due sapeva che quel torneo era parte del programma olimpico.

Quell'edizione delle OLIMPIADI viene infatti ricordata per la pessima organizzazione delle competizioni, trasformate in una delle tante attività collaterali dell'Esposizione Universale in corso a Parigi quell'anno.
Il programma delle gare era molto confuso riguardo a quali delle molte gare sportive disputate facessero parte delle Olimpiadi.

(immagini prese dal web)

Solo di recente le ricerche storiche hanno permesso di ricostruire i programmi e i risultati delle prime Olimpiadi, ed assegnarle il titolo postumo.

Ecco spiegato perchè morì nel 1955, senza scoprire mai di aver vinto un titolo olimpico.



Fonte Wikipedia.
Per maggiori informazioni:
http://it.wikipedia.org/wiki/Margaret_Abbott

martedì 28 gennaio 2014

DONNE NELLA STORIA - FLORENCE NIGHTINGALE

Florence Nightingale (Firenze, 12 maggio 1820 – Londra, 13 agosto 1910).

Nacque in una famiglia benestante; fu chiamata Florence in onore di Firenze, la sua città natale.
Profondamente cristiana, e ispirata da quella che lei considerava una chiamata divina, nel 1845 annunciò alla famiglia di volersi dedicare alla cura di persone malate ed indigenti.
L'opposizione della famiglia e soprattutto della madre mette in luce il suo carattere molto forte e determinato.
Per il timore che il matrimonio interferisse con la sua vocazione di infermiera, nel 1851 rifiutò la corte di Richard Monckton Milnes, politico e poeta , sempre contro la volontà materna.
Quella di infermiera all'epoca era una professione poco stimata, tanto che nell'esercito erano equiparate alle vivandiere.
Pur non avendo una formazione di tipo medico-infermieristico, Nightingale riconobbe ben presto le carenze della professione infermieristica come era esercitata ai tempi.

Già nel dicembre 1844 divenne la principale propagandista per un miglioramento delle cure mediche negli ambulatori delle workhouses per le persone povere.

Nel 1847 conobbe Sidney Herbert, politico e già ministro della difesa; la loro duratura amicizia sarà decisiva sia per la di lei esperienza in Crimea.

Nel 1850 soggiornò per un periodo a Kaiserswerth presso Düsseldorf, un ospedale gestito da un gruppo di diaconesse luterane, e rimase molto impressionata dall'elevata qualità delle cure mediche fornite; vi tornò nel 1851 per un periodo di formazione e per preparare la pubblicazione di un rapporto pubblicato anonimamente (The Institution of Kaiserswerth on the Rhine, for the Practical Training of Deaconesses, etc).
Suo padre le concesse una rendita annua di 500 sterline , che le permise di seguire la propria vocazione senza preoccupazioni economiche.

Dal 22 agosto 1853 al 18 ottobre 1854, fu sovrintendente all'Institute for the Care of Sick Gentlewomen di Londra.
Qualche tempo dopo l'inizio della guerra di Crimea la stampa riportò notizie delle gravissime condizioni in cui venivano curati i feriti.
Il 21 ottobre 1854, autorizzata da Sidney Herbert, Nightingale partì con 38 infermiere volontarie addestrate da lei per la Turchia dove giunse ai primi di novembre.

All'ospedale militare allestito nella caserma Selimiye di Scutari, Nightingale e le sue infermiere scoprirono che i soldati feriti erano mal curati:
il personale medico era sovraccarico, 
le medicine erano scarse, 
l'igiene trascurata, 
le infezioni di massa comuni e spesso fatali, 
la cucina non attrezzata. 
Nonostante qualche resistenza da parte dei medici, le infermiere pulirono a fondo l'ospedale e gli strumenti e riorganizzarono l'assistenza, ma la mortalità non diminuì: dovuta solo per il 10% alle ferite, essa dipendeva dal sovraffollamento, dalla mancanza di ventilazione e dalle carenze del sistema fognario.
Solo nel marzo 1855 una commissione sanitaria inviata dall'Inghilterra risolse gli ultimi due problemi, portando ad una drastica riduzione della mortalità.

Solo al suo ritorno in patria, raccogliendo materiale per la Royal Commission on the Health of the Army, Nightingale comprese l'importanza di questi ultimi aspetti, tanto da dar loro priorità anche in tempo di pace e in campo civile.
Proprio per questo, la sua teoria è incentrata sul concetto di ambiente, fattore principale nello sviluppo di malattie.
Individuò, infatti, cinque requisiti essenziali che un ambiente deve possedere per essere salubre:
1) aria pulita
2) acqua pura
3) sistema fognario efficiente
4) pulizia
5) luce
aggiunge anche requisiti come silenzio, calore e dieta, non essenziali, ma positivi.

Durante la guerra di Crimea Florence Nightingale ricevette il nomignolo "The Lady with the Lamp" ("la signora con la lanterna"), che derivò da un articolo di The Times che ne lodava l'abnegazione.

Colpita da febbri, Florence Nightingale ritornò in patria come eroina il 7 agosto 1857 e si stabilì a Londra dove si mise in quarantena.

Nel 1860, pubblicò Notes on Nursing, un libretto di 136 pagine che fu la pietra angolare del curriculum delle scuole per infermieri; è ancor oggi considerato una introduzione classica alla professione di infermiere.
Per il resto della sua vita, promosse l'istituzione e lo sviluppo della professione di infermiere nella sua forma moderna.
La professione infermieristica, fino ad allora piuttosto mal considerata, guadagnò di status: già nel 1882 le sue infermiere avevano una presenza crescente e influente nella professione, occupando posizioni nei principali ospedali di Londra, della Gran Bretagna e dell'Australia.

Grazie al suo lavoro nella Commissione Herbert, nel 1858 divenne la prima donna membro della Royal Statistical Society e più tardi divenne membro onorario della American Statistical Association.
Sotto la sua guida venne introdotta la raccolta di dati per ottenere delle statistiche sui tassi di natalità, mortalità e sulle cause dei decessi.

Tra il 1883 e il 1908 Nightingale ricevette numerose onorificenze (fu la prima donna a ricevere l'Order of Merit).

Confinata a letto dal 1896, morì nella sua stanza; i parenti rifiutarono l'offerta di sepoltura nell'Abbazia di Westminster e la fecero seppellire a East Wellow, nello Hampshire.


Fonte Wikipedia.

Per maggiori informazioni:
http://it.wikipedia.org/wiki/Florence_Nightingale

domenica 12 gennaio 2014

DONNE NELLA STORIA - MARTA ABBA

Marta Abba,  (Milano, 25 giugno 1900 – Milano, 24 giugno 1988) fu una celebre attrice teatrale e cinematografica italiana, nota sopratutto per essere stata la prima interprete di molte commedie di PIRANDELLO e sua interprete prediletta.

Dopo aver studiato recitazione presso l'Accademia dei Filodrammatici esordì nel 1922 e si fece immediatamente notare come attrice dalla recitazione istintuale ed esuberante.

Nel 1925 avvenne la svolta decisiva della sua carriera: Luigi Pirandello, dopo avere letto una critica che ne esaltava le qualità sceniche, la scritturò immediatamente come prima attrice del suo Teatro d'Arte di Roma e del drammaturgo siciliano dove divenne l'interprete fedele e la musa ispiratrice.

Quando si incontrarono, Marta non aveva ancora 25 anni e Pirandello doveva compierne 58.
Con Pirandello scambiò un famoso epistolario, portato avanti con alterne vicende fino alla morte del drammaturgo nel 1936.
Lui le scrisse 560 lettere ... lei gli rispose 238 volte.

Precisiamo che non si tratta di lettere d'amore ma sfoghi di un grande letterato e che in tutti quegli anni Marta Abba gli permise di scrivere ma non divenne mai la sua amante.

Dopo la morte di Pirandello, nel gennaio del 1938, sposò negli Stati Uniti un industriale e si stabilì a Cleveland fino al 1952, anno della separazione e del conseguente divorzio.

Al suo ritorno in Italia riprese a calcare le scene, ma solo saltuariamente.
Già nella metà degli anni cinquanta la sua carriera sul palcoscenico poteva considerarsi finita.


Se vi interessa vedere e sentire una sua intervista potete andare su YOUTUBE:
http://www.youtube.com/watch?v=jSbtpzzH0o8


Fonte Wikipedia e il sito dei 150 anni dell'Unità d'Italia.

Per maggiori informazioni:
http://it.wikipedia.org/wiki/Marta_Abba
http://www.150anni.it/webi/index.php?s=59&wid=2040



lunedì 4 novembre 2013

DONNE NELLA STORIA - GRAZIA DELEDDA

Maria Grazia Cosima Deledda (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936) è stata una scrittrice italiana, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1926.

Grazia Deledda, quinta di sette tra figli e figlie, in una famiglia benestante.
Dopo aver frequentato le scuole elementari, Grazia Deledda venne seguita privatamente da un professore ospite di una parente della famiglia Deledda che le impartì lezioni di base di italiano, latino e francese (i costumi del tempo non consentivano alle ragazze un'istruzione oltre quella primaria e, in generale, degli studi regolari). Proseguì la sua formazione totalmente da autodidatta. Importante per la sua formazione letteraria , nei primi anni della sua carriera da scrittrice, fu l'amicizia con lo scrittore, archivista e storico dilettante sassarese Enrico Costa che per primo ne comprese il talento.

Esordì come scrittrice con alcuni racconti pubblicati sulla rivista "L'ultima moda" quando affiancava ancora alla sua opera narrativa quella poetica. Nell'azzurro, pubblicato da Trevisani nel 1890 può considerarsi la sua opera d'esordio. Ancora in bilico tra l'esercizio poetico e quello narrativo.

Nell'ottobre del 1899 la scrittrice si trasferì a Roma e in seguito alla pubblicazione di Anime oneste del 1895 e di Il vecchio della montagna del 1900, oltre alla collaborazione sulle riviste "La Sardegna", "Piccola rivista" e "Nuova Antologia", la critica iniziò ad interessarsi alle sue opere, che vantarono prefazioni di nomi quali Ruggero Bonghi e Luigi Capuana. Nel 1900, sposò Palmiro Madesani, funzionario del Ministero delle Finanze, conosciuto a Cagliari. Nel 1903 la pubblicazione di Elias Portolu la confermò come scrittrice e la avviò ad una fortunata serie di romanzi e opere teatrali: Cenere (1904), L'edera (1908), Sino al confine (1911), Colombi e sparvieri (1912), Canne al vento (1913), L'incendio nell'oliveto (1918), Il Dio dei venti (1922). Da Cenere fu tratto un film interpretato da Eleonora Duse.

La sua opera fu apprezzata da Luigi Capuana e Giovanni Verga oltre che da scrittori più giovani come Enrico Thovez, Pietro Pancrazi e Renato Serra. Fu presto riconosciuta e stimata all'estero.

Nel 1926 Grazia vinse il premio nobel. 

La narrativa della Deledda si basa su forti vicende d'amore, di dolore e di morte sulle quali aleggia il senso del peccato, della colpa, e la coscienza di una inevitabile fatalità.

Il sapore vagamente verista della sua produzione le procurò le antipatie degli abitanti di Nuoro, in cui le storie erano ambientate.
I suoi concittadini erano infatti dell'opinione che descrivesse la Sardegna come terra rude, rustica e quindi arretrata. In realtà non era intenzione della Deledda assumersi un impegno sociale come quello che spesso caratterizzò il Verismo.

Il segreto e la forza della sua narrativa stanno proprio nella magistrale rappresentazione dell’automodello sardo, nella proiezione simbolica del suo universale concreto: l’isola è intesa come luogo mitico e come archetipo di tutti i luoghi, terra senza tempo e sentimento di un tempo irrimediabilmente perduto, spazio ontologico e universo antropologico in cui si consuma l’eterno dramma dell’esistere. La coscienza del peccato che si accompagna al tormento della colpa e alla necessità dell’espiazione e del castigo, la pulsione primordiale delle passioni e l’imponderabile portata dei suoi effetti, l’ineluttabilità dell’ingiustizia e la fatalità del suo contrario, segnano l’esperienza del vivere di una umanità primitiva, malfatata e dolente, 'gettata' in un mondo unico, incontaminato, di ancestrale e paradisiaca bellezza, spazio del mistero e dell’esistenza assoluta.

Grazia Deledda fu anche traduttrice, è sua infatti una versione di Eugénie Grandet di Honoré de Balzac.

Ammalata di tumore, Grazia Deledda morì il 15 agosto 1936, lasciando incompiuta la sua ultima opera "Cosima, quasi Grazia".

Le spoglie della Deledda sono custodite in un sarcofago di granito nero levigato nella chiesetta della Solitudine ai piedi del Monte Ortobene di Nuoro.

La sua casa natale, nel centro storico di Nuoro (Santu Predu), è adibita a museo.


Fonte Wikipedia.
Per maggiori informazioni: http://it.wikipedia.org/wiki/Grazia_Deledda

giovedì 15 agosto 2013

DONNE NELLA STORIA - MARGARET THATCHER


« Essere potenti è come essere una donna. 
Se hai bisogno di dimostrarlo vuol dire che non lo sei. »
(La Lady di ferro parlando dell'efficacia della sua personalità politica in un'intervista per il Times)

La Baronessa di Kesteven nacque il 13 ottobre 1925 a Grantham nel Lincolnshire, in una famiglia di solidi principi religiosi e di fede protestante metodista; suo padre era droghiere e impegnato nell'attività politica e religiosa locale.
Si laureò in chimica presso il Somerville College dell'università di Oxford; fin dall'università si occupò di politica diventando presidente di un'associazione studentesca conservatrice.
Dopo la laurea si impiegò come ricercatrice chimica. Anche in questo periodo non venne meno il suo impegno politico per il quale, si trasferì a Dartford nel Kent.

Nel 1950 e nel 1951 si candidò per il Partito Conservatore ma fu sconfitta con onore aumentando notevolmente i voti per il suo partito.
Nel 1959 fu eletta alla Camera dei Comuni.
Nel 1961 divenne Segretario parlamentare al Ministero delle Pensioni, carica che mantenne fino al 1964, quando i conservatori persero le elezioni; in seguito ottenne alcune cariche all'interno del partito.

Dopo la vittoria dei conservatori nel 1970, Margaret Thatcher divenne Ministro dell'Istruzione, ma fu costretta a promuovere politiche spesso impopolari a causa dei tagli operati dal governo.
Una di queste riguardava l'abolizione del latte gratuito nelle scuole per i bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni. Questa impopolare misura le valse il soprannome di "Thatcher, the milk snatcher" (Thatcher, la ruba latte).
Dopo la sconfitta alle elezioni nel 1974 decise di candidarsi per la leadership del partito e nel febbraio 1975 divenne leader del Partito Conservatore, la prima donna a ricoprire tale carica.

Nel 1976 tenne un famoso discorso in cui attaccava duramente l'URSS; un giornale russo ribatté nominandola "Железная леди" (signora di ferro), che le valse il soprannome britannico iron lady, da allora sempre associato alla sua immagine.

Nel 1978 il governo laburista di James Callaghan si trovò in grave difficoltà a causa di scioperi, crescente disoccupazione e collasso dei servizi pubblici; i conservatori sfruttarono a loro vantaggio la situazione ed alle elezioni del 1979 ottennero la maggioranza alla Camera dei Comuni: Margaret Thatcher divenne Primo ministro.

Da Primo ministro s'impegnò per rovesciare il declino economico che interessava il Regno Unito ormai da qualche decennio e per restituire al Paese un importante ruolo nel panorama internazionale.
Ottenne tre mandati consecutivi:
- Il primo mandato (1979-1983)
- Il secondo mandato (1983-1987)
- Il terzo mandato (1987-1990)

I rapporti tra l'Iron Lady e il Continente non furono facili:le sue crociate antieuropeiste hanno fatto la storia di quel periodo e lasciato un'impronta di netta divisione tra il Regno Unito e l'Europa nel suo insieme[36].Famosi rimangono i suoi tre "no" alle richieste di Jacques Delors,Presidente della Commissione europea,che chiedeva al Regno Unito un avvicinamento politico all'Unione Europea e che sancirono in maniera definitiva l'isolamento britannico dalla comunità.

Dopo aver lasciato la Camera dei comuni, la Thatcher aprì una fondazione, fu il primo ex-Premier a farlo; questa fondazione ha chiuso nel 2005 a causa delle difficoltà finanziarie.
Scrisse due libri  e venne assunta come consulente geopolitico dalla Philip Morris.
Si dichiarò contraria al trattato di Maastricht, dichiarando che non l'avrebbe mai firmato. Elogiò Tony Blair, criticando il partito laburista ma difendendo il suo leader.

l 7 marzo 2008 durante una cena ebbe un crollo, venne ricoverata al St. Thomas Hospital. La figlia raccontò alla stampa di come il Morbo di Alzheimer avesse colpito la madre; ad esempio di come avesse confuso il conflitto delle Falkland con la guerra in Jugoslavia, e delle tante volte in cui dovette ricordarle che il marito Denis era morto da tempo.
Negli ultimi anni venne invitata a diverse cerimonie ufficiali, come il matrimonio del Principe William e Kate, tuttavia non partecipò per motivi di salute. Nel 2011 ebbe un colloquio con l'attrice Meryl Streep, peraltro la sua attrice preferita, che vinse il suo terzo Premio Oscar per l'interpretazione della Thatcher in The Iron Lady.
È deceduta nella sua suite presso l'Hotel Ritz nel centro di Londra la mattina dell'8 aprile 2013 all'età di 87 anni, colpita da un ictus.


Fonte: wikipedia
Per saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Margaret_Thatcher

giovedì 11 luglio 2013

DONNE NELLA STORIA - MARGHERITA HACK

Visto che nel precedente post abbiamo visto una frase di Margherita Hack, quale migliore occasione per "parlare" un po' di lei?
Normalmente , chi mi segue da tanto lo sà, quando parliamo di qualche DONNA NELLA STORIA, vi ricapitolo brevemente la loro biografia, in questo post invece sarà MARGHERITA HACK a parlare di  sé stessa, come?
Cliccate su questi due collegamenti esterni, che vi rimanderanno a due video-interviste a lei fatte:

http://www.asia.it/adon.pl?act=doc&doc=711
http://www.asia.it/adon.pl?act=doc&doc=762

Buon ascolto.

sabato 4 maggio 2013

DONNE NELLA STORIA - MARIA SYBILLA MERIAN

Pensate che gli insetti non siano "roba" da donne? bè fino a oggi lo pensavo anche io poi ho scoperto la storia di Maria Sybilla Merian.


E' stata una naturalista e pittrice tedesca (Francoforte sul Meno, 2 aprile 1647 – Amsterdam, 13 gennaio 1717).
Figlia dell'incisore ed editore svizzero Matthäus Merian il vecchio (1593 - 1650), e di Johanna Sybilla Heim, sua seconda moglie.
Il padre muore quando Sibylla ha tre anni e la madre si risposa con Jakob Marell, pittore di fiori, che le insegnerà il disegno, la pittura ad olio, l'acquerello e l'incisione; a tredici anni cominciò a dipingere immagini d'insetti e di piante presi direttamente dalla natura.
Nel 1665 sposa il pittore quadraturista - specializzato in disegni prospettici di architetture - Johann Andreas Graff, allievo del patrigno; due anni dopo si stabiliscono a Norimberga e nel 1668 hanno la prima figlia, Johanna Helena; qui Sibylle inizia a studiare gli insetti, malgrado le opinioni del tempo e malgrado altresì la nomea di bestie diaboliche data agli insetti stessi dalla superstizione popolare.

Postasi il problema di come avvenga la loro trasformazione, raccoglie bruchi che porta nel suo laboratorio; nutrendoli e osservandone i comportamenti, scopre come essi nascano dalle uova, che si racchiudono in un bozzolo dal quale escono trasformati in bellissime farfalle. Le disegna nel diverso periodo del loro sviluppo, insieme con le piante sulle quali si situano abitualmente e delle quali si nutrono.
Questa raccolta di disegni forma la base dei suoi primi due libri.

Nel 1678 nasce la seconda figlia, Dorothea Henrica che diventerà la principale collaboratrice della madre.
Nel 1679 Sibylla pubblica il suo secondo libro, "La meravigliosa metamorfosi dei bruchi e il loro singolare nutrirsi di fiori", un testo innovativo dove illustra gli stadi di sviluppo di 176 specie di farfalle e delle piante dei cui fiori esse si nutrono e
nel quale accanto a ciascuna tavola Maria Sibylla riporta le sue osservazioni sulla vita di ogni insetto, con la descrizione del processo di trasformazione.

Dopo essersi separata dal marito e essersi trasferita presso una comunità di labadisti in Olanda con il fratellastro e la figlia Dorothea Henrica, a causa della rigida condotta di vita imposta dalla comunità nel 1691 ritorna ad Amsterdam.

Il periodo vissuto però nella comunità a contatto con una collezione di farfalle tropicali fà scaturire in lei l'idea di un grande viaggio per il SURINAME.

Un viaggio rischioso e costoso dal momento che non può usufruire né di finanziamenti pubblici né privati, a causa dello scetticismo con il quale è guardata questa inconsueta spedizione scientifica, condotta oltre tutto da una donna.

L'esperienza nel SURINAME sarà la più ricca della sua vita.
Oltre a bruchi, farfalle, uova e insetti essiccati, raccoglie uova di coccodrillo e di serpenti e si interessa anche alle proprietà medicinali delle piante, seguendo la scelta e la loro raccolta soprattutto da parte delle indigene.

Dopo due anni, nel 1701 - che è anche l'anno della morte del marito, da cui del resto viveva separata da più di quindici anni - è colta dalla febbre gialla, che la costringe a interrompere il viaggio e ritornare in Europa; Sibylla e Dorothea (la figlia) partono così dal Suriname il 18 giugno 1701 alla volta di Amsterdam.

Quattro anni dopo, esce ad Amsterdam la Metamorfosi degli insetti del Suriname, che viene definita "l'opera più bella mai dipinta in America".

Sofferente di cuore già dal 1711, Maria Sibylla Merian muore d'infarto ad Amsterdam, settantenne, nel 1717.

I suoi disegni di piante, serpenti, ragni, iguane e coleotteri tropicali sono tuttora considerati dei capolavori e vengono ricercati dai collezionisti di tutto il mondo.


Fonte Wikipedia - per saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Sibylla_Merian

giovedì 14 marzo 2013

DONNE NELLA STORIA - JANE AUSTEN

Jane Austen (Steventon, 16 dicembre 1775 – Winchester, 18 luglio 1817) è stata una scrittrice britannica, figura di spicco della narrativa preromantica e una delle autrici più famose e conosciute d'Inghilterra.

Nota in tutto il mondo per i suoi romanzi:
- Ragione e sentimento (Sense and Sensibility, 1811)
- Orgoglio e pregiudizio (Pride and Prejudice, 1813)
- Mansfield Park (Mansfield Park, 1814)
- Emma (Emma, 1815)
- L'abbazia di Northanger (Northanger Abbey, 1818 - postumo)
- Persuasione (Persuasion, 1818 - postumo)


Penultima di otto figli, sei maschi e due femmine, fu legata particolarmente alla sorella Cassandra (che, come l'autrice, non si sposerà mai), con la quale intrattenne una fitta corrispondenza andata per la maggior parte distrutta.

Jane trascorse il primo anno della sua vita insieme a una balia, come era uso per l'epoca.
Il padre si occupò personalmente della sua educazione insegnandole il francese e le basi della lingua italiana e contribuì alla sua crescita letteraria grazie ad una collezione di libri che contava circa 500 volumi.
Nel 1783, secondo le consuetudini familiari, Jane e Cassandra andarono a Oxford e in seguito a Southampton per approfondire la loro istruzione insieme a Mrs. Ann Cawley.

Tra il 1787 e il 1793 la Austen scrisse i suoi Juvenilia, tre raccolte, dai toni umoristici o gotici, di racconti, poesie, bozze di romanzi e parodie che emulavano la letteratura dell'epoca e che erano scritti per divertire la ristretta cerchia di conoscenti.

Amore e amicizia, il più famoso tra gli Juvenilia, è una parodia in forma epistolare dei racconti romantici; le protagoniste (Laura, Isabel e Marianne) descrivono per corrispondenza le proprie emozioni amorose con toni forti e violenti dimenticando il decoro e il buon senso.

Nel dicembre del 1795 la Austen conobbe Thomas Langlois Lefroy, il nipote di alcuni vicini di Steventon, per il quale inizia a provare un attaccamento; la famiglia Lefroy ritenne la figlia del reverendo Austen inadeguata socialmente per il giovane Tom e decise di allontanarlo da Steventon già nel gennaio del 1796. Data la dipendenza economica del giovane Lefroy dal prozio che si occupava dei suoi studi per indirizzarlo all'attività legale, il matrimonio fu così impossibile.

Tra il 1795 e il 1799 la Austen iniziò la stesura di quelli che diventeranno i suoi lavori più celebri:
Prime impressioni, prima bozza di Orgoglio e pregiudizio ed Elinor e Marianne che divenne Ragione e sentimento.

Colpito dalle doti letterarie della figlia, George Austen, nello stesso anno, contattò un editore proponendo la pubblicazione di Prime impressioni ma senza ottenere alcun esito positivo.

Tra il 1797 e il 1798 la Austen rielaborò Elinor e Marianne eliminandone lo stile epistolare e avvicinandolo molto alla stesura finale di Ragione e sentimento.

Terminata la revisione iniziò la stesura di un nuovo romanzo che la impegnerà per circa un anno, inizialmente intitolato Susan, poi diventato L'abbazia di Northanger. Venduto nel 1803 per 10 sterline da Henry Austen a un editore, Benjamin Crosby, non fu pubblicato finché gli Austen non ne riacquistarono i diritti nel 1816.

Nel dicembre del 1800 il Reverendo Austen decise di lasciare Steventon per trasferirsi a Bath seguito dalla famiglia.

A Bath il padre morì improvvisamente nel 1805, lasciando la moglie e le due figlie in precarie condizioni finanziarie seppur aiutate da Edward, James, Henry e Francis Austen.

Nel 1806 le tre donne si trasferirono a Southampton, dal fratello Frank, e successivamente, nel 1809, a Chawton, un piccolo villaggio dell'Hampshire a pochi chilometri dal loro luogo di origine, dove il fratello Edward mise a disposizione della madre e delle sorelle un cottage di sua proprietà.

Dopo l'arrivo a Chawton, Jane Austen riuscì a far pubblicare quattro romanzi ottenendo un discreto successo.

Tramite il fratello Henry, l'editore Thomas Egerton acconsentì nel 1811 a pubblicare Ragione e sentimento di cui si vendettero tutte le copie già a metà del 1813.

Lo stesso Egerton pubblicò, nel gennaio del 1813, Orgoglio e pregiudizio, ultima revisione di Prime impressioni. Il romanzo fu accolto immediatamente molto bene e già nell'ottobre dello stesso anno ne fu stampata una seconda edizione.

Nel 1812 iniziò la stesura di Mansfield Park, terminato e pubblicato nel 1814, ne furono vendute tutte le copie in sei mesi.

Sempre nel 1814 iniziò la stesura di Emma, concluso nel 1815 e pubblicato nel dicembre dello stesso anno da John Murray, noto editore di Londra. Emma fu l'ultimo romanzo della Austen pubblicato in vita. Infatti il suo ultimo e più maturo romanzo, Persuasione (che scrisse nel 1815), fu pubblicato postumo nel dicembre del 1817 insieme a L'abbazia di Northanger ancora inedito.

Nel 1816 la Austen si ammalò gravemente; nel 1817 la sorella Cassandra la condusse a Winchester, in cerca di una cura adeguata, ma in quella città la Austen morì e fu sepolta nella cattedrale.



Fonte Wikipedia - per saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Jane_Austen


mercoledì 16 gennaio 2013

DONNE NELLA STORIA - RITA LEVI MONTALCINI

Ci ha lasciato da poco una donna straordinaria, il suo nome era Rita Levi Montalcini nota al mondo intero e che ha acquisito negli anni tantissime onoreficenze:

Premio Nobel per la medicina
National Medal of Science
Membro della Royal Society
Laurea honoris causa
— Università di Uppsala
— Istituto Weizmann
— Saint Mary University.
— Constantinian University.
— Università Commerciale Luigi Bocconi.
— Università di Urbino, 31 maggio 1990.
— Università di Bologna, 18 settembre 2001.
— Università di Ferrara, 17 dicembre 2002.
— Università degli Studi del Sannio, 19 giugno 2004.
— Università di Perugia, 4 ottobre 2006.
— Politecnico di Torino, 27 ottobre 2006.
— Università degli Studi di Milano-Bicocca, 22 gennaio 2008.
Dottorato honoris causa in medicina
— Università Complutense di Madrid, 23 ottobre 2008.
Dottorato honoris causa in scienze
— Dalla McGill University presso il Rettorato dell'Università La Sapienza, 23 febbraio 2011.
Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana
Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte
Dama di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana
Medaglia d'oro ai benemeriti della scienza e cultura
Onorificenze straniere
Grand'Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)
Dama di Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna)

Nata in una famiglia ebrea nel 1909, insieme alla sorella gemella Paola (1909–2000), nota pittrice.

All'età di vent'anni entrò nella scuola medica dell'istologo Giuseppe Levi, dove cominciò gli studi sul sistema nervoso che avrebbe proseguito per tutta la vita. Ebbe come compagni universitari due futuri premi Nobel, Salvador Luria e Renato Dulbecco. Tutti e tre furono studenti di Giuseppe Levi verso il quale si sentirono in debito per la formazione in scienze biologiche e per aver insegnato loro come affrontare i problemi scientifici in modo rigoroso, in un momento in cui tale approccio era ancora abbastanza inusuale; fu lo stesso Levi a introdurre in Italia il metodo di coltivazione in vitro.

Nel 1936 il rettore dell'Università di Torino, le conferì la laurea in Medicina e Chirurgia con 110 e lode, successivamente si specializzò in neurologia e psichiatria.

Nel 1938 Benito Mussolini pubblicò il “Manifesto per la difesa della razza” firmato da dieci scienziati italiani, cui fece seguito la promulgazione di leggi razziali di blocco delle carriere accademiche e professionali a cittadini italiani non ariani. In quanto ebrea sefardita, Rita fu costretta a emigrare in Belgio con Giuseppe Levi, sebbene stesse ancora terminando gli studi specialistici di psichiatria e neurologia. Sino all'invasione tedesca del Belgio (primavera del 1940), fu ospite dell'istituto di neurologia dell'Università di Bruxelles dove continuò gli studi sul differenziamento del sistema nervoso.

Poco prima dell'invasione del Belgio tornò a Torino, dove, durante l'inverno del 1940, allestì un laboratorio domestico situato nella sua camera da letto per proseguire le sue ricerche.

Nel 1943 l'invasione dell'Italia da parte delle forze armate tedesche li costrinse ad abbandonare il loro rifugio ormai pericoloso e iniziò così un pericoloso viaggio che si concluse a Firenze.

Dopo la guerra tornò dalla famiglia a Torino dove riprese gli studi accademici e allestì un laboratorio di fortuna casalingo in una collina vicino ad Asti. I suoi primi studi (degli anni 1938-1944) erano stati dedicati ai meccanismi di formazione del sistema nervoso dei vertebrati. Con il maestro Giuseppe Levi, iniziò a fare ricerca negli embrioni di pollo attraverso i quali approfondì le ricerche sulle correlazioni nello sviluppo tra le varie parti del sistema nervoso e si rivolgeva allo studio dello sviluppo dei neuroni isolati da vari elementi del tessuto cerebrale dell'embrione,giungendo a diversi risultati pubblicati su riviste scientifiche internazionali.

Nel 1947 il biologo Viktor Hamburger, al quale si era ispirata per molti suoi lavori, la invitò a St. Louis, a prendere la cattedra di docente del corso di Neurobiologia al Dipartimento di zoologia della Washington University.

Nel 1956 venne nominata professoressa associata e nel 1958 professoressa ordinaria di zoologia presso la Washington University di St. Louis e, nonostante inizialmente volesse rimanere in quella città solo un anno, vi lavorò e vi insegnò fino al suo pensionamento, avvenuto nel 1977.[17] Per circa trent'anni fece le ricerche sull'NGF e sul suo meccanismo d'azione, per le quali nel 1986 ricevette il Premio Nobel per la medicina insieme al suo studente biochimico Stanley Cohen.


UNA "DONNA LIBERA"
Rita Levi-Montalcini ha sempre affermato di sentirsi una donna libera. 
Ha rinunciato per scelta a un marito e a una famiglia per dedicarsi interamente alla scienza. Riguardo alla propria esperienza di donna nell'ambito scientifico, ha descritto i rapporti coi collaboratori e studiosi sempre amichevoli e paritari, sostenendo che le donne costituiscono al pari degli uomini un immenso serbatoio di potenzialità, sebbene ancora lontane dal raggiungimento di una piena parità sociale.


Fonte Wikipedia - per saperne di più:  http://it.wikipedia.org/wiki/Rita_Levi-Montalcini

venerdì 2 novembre 2012

DONNE NELLA STORIA - MARILYN MONROE

Marilyn Monroe è il nome d'arte di Norma Jeane Mortenson, nata il 1º giugno del 1926, alle 9:30 del mattino; la madre, Gladys Pearl Monroe era riuscita a ricoverarsi solo grazie ad una colletta.

Gladys era mentalmente instabile e finanziariamente non era in grado di prendersi cura della figlia, così decise di affidare Norma a una coppia molto religiosa che si occupava di bambini in affido in cambio di denaro, con cui Norma Jeane visse fino all'età di sette anni.

Norma venne poi affidata ad una coppia di inglesi, prima di tornare ad abitare con Gladys in una piccola casa bianca.
Dopo pochi mesi, in seguito ad una caduta dalle scale, sua madre, che soffriva di un esaurimento nervoso a causa dei numerosi problemi familiari, venne prima ricoverata al Los Angeles General Hospital e poi portata al Norwalk State Asylum, dove le venne diagnosticata schizofrenia paranoide.

Dopo che la madre venne dichiarata incapace di intendere e di volere, Norma Jeane fu presa in custodia dalle autorità statali; la migliore amica di Gladys, Grace McKee, archivista di pellicole alla Columbia Pictures, divenne la sua tutrice, nonostante i pareri contrari dei suoi amici; fù con Grace che Norma Geane cominciò ad appassionarsi al cinema e alla vita hollywoodiana.

Il 19 giugno 1942 Norma Jeane si sposò con James Dougherty, abbandonò gli studi per dedicarsi alla vita coniugale, divenendo di fatto una casalinga.

Nel 1944 il marito decise di arruolarsi nella marina mercantile; inizialmente i due vissero a Isola di Santa Catalina, poi James partì per il Pacifico. Lo stesso anno, Norma Jeane traslocò a Los Angeles, coabitando con la suocera. Qui lavorò come operaia alla Radio Plane, la stessa fabbrica dove prima lavorava il marito.
Il 26 giugno 1945 David Conover andò allo stabilimento per fotografare "ragazze che tenessero su il morale delle truppe al fronte" per un servizio per la rivista Yank; Il fotografo la esortò a intraprendere la carriera di modella e per quelle immagini venne eletta "Miss lanciafiamme".
James e Norma divorziarono nel giugno 1946.

Posò poi per André De Dienes, che la pagava 200 dollari ad ogni servizio fotografico.
Le sue foto arrivarono sul tavolo di Emmeline Snively, direttrice della Blu Book School of Charm and Modeling, la più importante agenzia pubblicitaria di Hollywood: la Snively le schiarì i capelli, le insegnò come sorridere e la giusta tonalità della voce da utilizzare ma, a suo dire, fallì nell'insegnarle come camminare.

Il 26 aprile 1946, all'età di 19 anni e mezzo, una sua foto scattata da De Dienes venne scelta per la copertina di Family Circle; Le foto fecero il giro del mondo.
L'agente della ragazza sfruttò l'occasione riuscendo ad ottenere alcune chiamate da importanti case cinematografiche; il 24 agosto 1946 firmò il suo primo contratto cinematografico della durata di sei mesi, per un compenso di 125 dollari a settimana; fù in questo periodo che le venne suggerito di cambiare il suo nome in Marilyn Monroe.

Nel 1953 avvenne la definitiva consacrazione che la portò ad essere considerata una delle più grandi stelle del cinema. Darryl F. Zanuck, notando nell'attrice del potenziale recitativo, pensò a lei per il cast di Niagara, diretto da Henry Hathaway; il ruolo scelto per lei era quello di una femme fatale che trama per uccidere il marito.
Durante le riprese, Allan Snyder, il truccatore della Monroe, notò in lei la paura del palcoscenico, sentimento che segnò il suo comportamento sui set cinematografici nel corso della sua carriera.
Il film, fortemente caratterizzato dalla presenza e dalla sensualità di Monroe, fu un successo; le recensioni sull'attrice furono generalmente positive, anche se la critica rilevò che la sua recitazione fosse imperfetta.
Il suo comportamento in occasione degli eventi promozionali per Niagara ricevette a volte dei commenti negativi, dovuti in parte agli abiti corti e provocanti con cui si presentava alle serate di gala.

Così è iniziata la sua carriera piena di alti e di bassi fino a che non fù trovata morta nella camera da letto della sua casa di Brentwood, a Los Angeles, il 5 agosto 1962, all'età di trentasei anni.

Fonte Wikipedia - per saperne di più:  http://it.wikipedia.org/wiki/Marilyn_Monroe

mercoledì 10 ottobre 2012

DONNE NELLA STORIA - MARIA GAETANA AGNESI

Primogenita di ventuno figli, nasce a Milano il 16 maggio 1718 da una facoltosa famiglia arricchitasi con l'industria della seta.
Maria Gaetana mostra ben presto di possedere una straordinaria intelligenza e una particolare propensione per le lingue straniere. Il padre, Pietro Agnesi, riconosce e incoraggia queste doti e decide di provvedere all'istruzione della primogenita con illustri precettori, grazie ai quali apprende perfettamente, tanto da meritarsi il soprannome di Oracolo Settilingue, l'italiano, il tedesco, il francese, il latino, il greco, lo spagnolo e l'ebraico.

Nel 1737 Maria Gaetana, per obbedire al padre, passa dallo studio delle lingue e dell'eloquenza ai difficili studi di Filosofia e di Matematica.
Diventa poi abitudine di Maria Gaetana esporre nel salotto di casa Agnesi, per desiderio del padre, i propri progressi con varie tesi filosofiche che vengono pubblicate nel 1738 in una raccolta dal titolo Propositiones Philosophicae contenente 191 tesi,
L'Agnesi esprime, in molti di questi saggi, la sua convinzione che anche le donne debbano essere istruite.

Nonostante i successi ottenuti, giunta all'età di ventuno anni, chiede al padre il permesso di diventare monaca, ma per rimanere in casa ad accudirlo si risolve a sacrificare le sue inclinazioni e decide di dedicarsi intensamente allo studio dell'algebra e della geometria.

Nel 1748 verrà pubblica ad opera di Maria Gaetana, il testo di analisi, le Istituzioni Analitiche ad uso della Gioventù Italiana  dedicate all'imperatrice Maria Teresa, opera che godette di larga fama e fu tradotta in francese (1775) e in inglese (1801).

Per l'opera le giungono plausi da tutta l'Europa: i dotti dell'Accademia Reale di Francia lodano il libro come un'opera avanzatissima, la migliore mai apparsa nel genere; l'imperatrice Maria Teresa d'Austria le invia un anello di brillanti in un prezioso cofanetto; il papa Benedetto XIV le invia benedizioni e doni preziosi. Anche al mondo del teatro giunge eco del successo dell'opera, tanto che il Goldoni le dedica un sonetto.



Nel 1750 sostituì il padre nell'insegnamento della matematica all'Università di Bologna. Benedetto XIV le consentì quindi di ricoprire ufficialmente la cattedra, ma la Agnesi rifiutò per dedicarsi, dopo la morte del padre, nel 1752, ad opere di carità, agli studi privati e all'istruzione dei fratelli, delle sorelle e dei domestici della casa.

Maria Gaetana rende casa Agnesi un rifugio delle inferme e lei stessa diviene serva e infermiera; apre un piccolo ospedale, va a vivere direttamente con le malate e, per far fronte alle spese, dopo aver venduto tutti i suoi averi si rivolge ai conoscenti, alle autorità, alle opere pie.

Grazie ad una donazione del principe Don Antonio Tolomeo Trivulzi, nel 1771 viene istituito a Milano il Pio Albergo Trivulzio, e il cardinale Giuseppe Pozzobonelli invita Maria Gaetana a ricoprire la carica di Visitatrice e Direttrice delle Donne, specialmente inferme. Successivamente nel 1783 si trasferisce al Pio Albergo, in qualità di direttrice

Continua a lavorare al Trivulzio per ventisei anni fino al giorno della morte, il 9 gennaio 1799.





Fonte Wikipedia - per saperne di più:  http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Gaetana_Agnesi

sabato 1 settembre 2012

DONNE NELLA STORIA - CLEOPATRA

Cleopatra fu l'ultima regina del Regno tolemaico d'Egitto e l'ultimo membro della Dinastia tolemaica.
Il nome "Cleopatra" significa in lingua greca "gloria del padre".
Oggi è probabilmente la più famosa di tutti i sovrani dell'Antico Egitto ed è conosciuta con il nome di Cleopatra, anche se fu la settima e ultima regina a possedere quel nome.
Cleopatra comunque non fu mai di fatto l'unica sovrana dell'Egitto, avendo regnato insieme al padre, al fratello, al fratello-marito e al figlio.

Cleopatra, nata presumibilmente ad Alessandria d'Egitto, era figlia del faraone Tolomeo XII Aulete e probabilmente di una concubina che si dice sia morta 3 anni dopo la nascita di lei.
Tra il 68 a.C. e il 59 a.C. nascono la sorellastra Arsinoe IV e i fratelli Tolomeo XIII e Tolomeo XIV.
Il padre la aveva nominata co-reggente poco prima di morire.
Cleopatra VII gli successe nella primavera del 51 a.C. insieme al fratello di dieci anni Tolomeo XIII, sposato secondo le leggi egizie.

Nella primavera del 48 a.C. Tolomeo, insieme con il consigliere Potino, nominato reggente del giovane faraone, tentò di deporre Cleopatra e di costringerla a lasciare Alessandria.
La regina radunò un esercito ed ebbe inizio una guerra civile.

In quel mentre lo sconfitto generale romano Pompeo arrivò in Egitto cercando rifugio dal rivale Giulio Cesare.
Tolomeo e Potino finsero di accettare la sua richiesta, ma il 29 settembre del 48 Potino fece uccidere Pompeo, nella speranza di ingraziarsi il favore di Cesare, ma quest'ultimo fece giustiziare Potino e iniziò a sistemare la confusa situazione egiziana, in qualità di rappresentante ufficiale di Roma.

Cesare convocò alla reggia Tolomeo e Cleopatra. Cleopatra che temeva di cader vittima di un agguato del fratello ricorse a uno stratagemma. Si fece avvolgere da un suo fedele amico in un grande tappeto legato con una cinghia. L'amico si presentò a Palazzo con il lungo involto sulle spalle e dicendo di dover consegnare un dono a Cesare e arrivò fino agli appartamenti del console. Qui al suo cospetto srotolò il tappeto e fu così che gli comparve davanti Cleopatra. La regina indossava gli abiti più sontuosi e succinti, i gioielli più pregiati e gli chiese protezione dal fratello. Le fonti narrano che l’effetto fu irresistibile e che i due divennero amanti quella notte stessa.

Tolomeo, ancora determinato a deporre Cleopatra, si alleò con la sorella Arsinoe e insieme organizzarono un esercito, che nel dicembre del 48 si scontrò nella città di Alessandria con quello di Cesare e Cleopatra
Le legioni romane subirono una pesante sconfitta e lo stesso Cesare per salvarsi da morte sicura fu costretto a fuggire gettandosi in mare.

L'arrivo di rinforzi da Pergamo nel febbraio del 47 offrì la vittoria a Cesare e Cleopatra.
Il 27 marzo dello stesso anno sul fiume Nilo avvenne lo scontro finale tra le truppe di Tolomeo e quelle di Cesare. La battaglia si concluse con la sconfitta e la morte dello stesso Tolomeo.

Cleopatra, rimasta unica sovrana dell'Egitto, nominò co-reggente il fratello più giovane Tolomeo XIV.

La relazione tra Cesare e Cleopatra, dalla quale nacque un figlio, Tolomeo Cesare detto Cesarione, aveva per entrambi scopi politici: il dittatore romano doveva assicurarsi il controllo dell'Egitto, importante per le sue risorse finanziarie, mentre Cleopatra sperava con essa di ottenere per il paese una posizione di privilegio all'interno dell'impero.

Nel 44 a.C. vi fù la morte di Cesare.
Nell'estate dello stesso anno morì Tolomeo XIV per motivi di salute , che subito dopo designò Cesarione suo co-reggente, prendendo il nome di Tolomeo XV Cesare.

Nel 42 a.C., Marco Antonio, uno dei triumviri che governavano Roma in seguito al vuoto di potere conseguente la morte di Cesare, chiese a Cleopatra di incontrarlo a Tarso per verificarne la lealtà. Antonio poi la seguì ad Alessandria, dove rimase fino all'anno successivo. Dalla loro unione, nacquero due gemelli Cleopatra Selene e Alessandro Helios.
Quattro anni dopo Antonio incontrò Cleopatra ad Antiochia, dove si sposarono, anche se il triumviro era legato ad Ottavia, sorella di Ottaviano. Poco dopo nacque un altro figlio, Tolomeo Filadelfo. Ottavia venne rimandata a Roma. Dopo la conquista dell'Armenia, nel 34 a.C., condotta da Antonio con il contributo finanziario egiziano, entrambi celebrarono il trionfo ad Alessandria.

La politica di Cleopatra e Antonio, tesa a dominare tutto l'Oriente, favorì la reazione di Ottaviano, che accusò la regina di minare il predominio di Roma e convinse i Romani a dichiarare guerra all'Egitto.

Fu a fronte della sconfitta che Cleopatra si rinchiuse nel mausoleo dei Tolomei e si uccise facendosi mordere da un aspide.


Fonte Wikipedia - per saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Cleopatra_VII

domenica 29 luglio 2012

DONNE NELLA STORIA - LA TRIPLETTA DELLA SCHERMA ITALIANA

LONDRA 28 LUGLIO 2012
LA SCHERMA FEMMINILE ITALIANA CONQUISTA TUTTI I GRADINI DEL PODIO ... NON E' UN SOGNO E' REALTA'

ELISA DI FRANCISCA - MEDAGLIA D'ORO
ARIANNA ERRIGO       - MEDAGLIA DI ARGENTO
VALENTINA VEZZALI - MEDAGLIA DI BRONZO






(immagini prese dal web)


domenica 10 giugno 2012

DONNE NELLA STORIA - AUNG SAN SUU KYI

La vita di Aung San Suu Kyi è stata travagliata fino dai primi anni. Suo padre, uno dei principali esponenti politici birmani fu ucciso da alcuni avversari politici, lasciando la bambina di appena due anni, oltre che la moglie, Khin Kyi, e altri due figli.

Dopo la morte del marito, la madre di Aung San Suu Kyi, divenne una delle figure politiche di maggior rilievo in Birmania, tanto da diventare ambasciatrice in India nel 1960.
Aung San Suu Kyi fu sempre presente al fianco della madre, la seguì ovunque, ed ebbe la possibilità di frequentare le migliori scuole indiane e successivamente inglesi.
Continuò i suoi studi a New York e nel 1972 cominciò a lavorare per le Nazioni Unite.

Ritornò in Birmania nel 1988 per accudire la madre gravemente malata, e proprio in quegli anni il generale Saw Maung prese il potere e instaurò il regime militare che tuttora comanda in Myanmar.
Fortemente influenzata dagli insegnamenti del Mahatma Gandhi, Aung San Suu Kyi sposò la causa del suo paese in maniera non-violenta e fondò la Lega Nazionale per la Democrazie; fu a csausa di questo che le furono assegnati gli arresti domiciliari, con la concessione che se avesse voluto abbandonare il paese, lo avrebbe potuto fare; Aung San Suu Kyi rifiutò la proposta del regime.

Nel 1990 il regime militare decise di chiamare il popolo alle elezioni, e il risultato fu una schiacciante vittoria della Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi, che sarebbe quindi diventata Primo Ministro, tuttavia i militari rigettarono il voto, e presero il potere con la forza, annullando il voto popolare.
L'anno successivo Aung San Suu Kyi vinse il premio Nobel per la pace, ed usò i soldi del premio per costituire un sistema sanitario e di istruzione, a favore del popolo birmano.

Gli arresti domiciliari le furono revocati nel 1995, ma rimaneva comunque in uno stato di semi libertà, non poté mai lasciare il paese, perché in tal caso le sarebbe stato negato il ritorno in Myanmar, e anche ai suoi familiari non fu mai permesso di visitarla.

Il "caso" Aung San Suu Kyi ha incominciato ad essere un argomento internazionale, tanto che gli Stati Uniti D’America e l’Unione Europea hanno fatto grosse pressioni sul governo del Myanmar per la sua liberazione.

Il 13 Novembre 2012 Aung San Suu Kyi è stata liberata. Il 1° aprile 2012 ha ottenuto un seggio al parlamento birmano.

Nel 2011 il regista francese luc besson ha diretto il film "The Lady" incentrato sulla vita del premio Nobel birmano.

Fonte Wikipedia - per saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Aung_San_Suu_Kyi
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