E' stata una naturalista e pittrice tedesca (Francoforte sul Meno, 2 aprile 1647 – Amsterdam, 13 gennaio 1717).
Figlia dell'incisore ed editore svizzero Matthäus Merian il vecchio (1593 - 1650), e di Johanna Sybilla Heim, sua seconda moglie.
Il padre muore quando Sibylla ha tre anni e la madre si risposa con Jakob Marell, pittore di fiori, che le insegnerà il disegno, la pittura ad olio, l'acquerello e l'incisione; a tredici anni cominciò a dipingere immagini d'insetti e di piante presi direttamente dalla natura.
Nel 1665 sposa il pittore quadraturista - specializzato in disegni prospettici di architetture - Johann Andreas Graff, allievo del patrigno; due anni dopo si stabiliscono a Norimberga e nel 1668 hanno la prima figlia, Johanna Helena; qui Sibylle inizia a studiare gli insetti, malgrado le opinioni del tempo e malgrado altresì la nomea di bestie diaboliche data agli insetti stessi dalla superstizione popolare.
Postasi il problema di come avvenga la loro trasformazione, raccoglie bruchi che porta nel suo laboratorio; nutrendoli e osservandone i comportamenti, scopre come essi nascano dalle uova, che si racchiudono in un bozzolo dal quale escono trasformati in bellissime farfalle. Le disegna nel diverso periodo del loro sviluppo, insieme con le piante sulle quali si situano abitualmente e delle quali si nutrono.
Questa raccolta di disegni forma la base dei suoi primi due libri.
Nel 1678 nasce la seconda figlia, Dorothea Henrica che diventerà la principale collaboratrice della madre.
Nel 1679 Sibylla pubblica il suo secondo libro, "La meravigliosa metamorfosi dei bruchi e il loro singolare nutrirsi di fiori", un testo innovativo dove illustra gli stadi di sviluppo di 176 specie di farfalle e delle piante dei cui fiori esse si nutrono e
nel quale accanto a ciascuna tavola Maria Sibylla riporta le sue osservazioni sulla vita di ogni insetto, con la descrizione del processo di trasformazione.
Dopo essersi separata dal marito e essersi trasferita presso una comunità di labadisti in Olanda con il fratellastro e la figlia Dorothea Henrica, a causa della rigida condotta di vita imposta dalla comunità nel 1691 ritorna ad Amsterdam.
Il periodo vissuto però nella comunità a contatto con una collezione di farfalle tropicali fà scaturire in lei l'idea di un grande viaggio per il SURINAME.
Un viaggio rischioso e costoso dal momento che non può usufruire né di finanziamenti pubblici né privati, a causa dello scetticismo con il quale è guardata questa inconsueta spedizione scientifica, condotta oltre tutto da una donna.
L'esperienza nel SURINAME sarà la più ricca della sua vita.
Oltre a bruchi, farfalle, uova e insetti essiccati, raccoglie uova di coccodrillo e di serpenti e si interessa anche alle proprietà medicinali delle piante, seguendo la scelta e la loro raccolta soprattutto da parte delle indigene.
Dopo due anni, nel 1701 - che è anche l'anno della morte del marito, da cui del resto viveva separata da più di quindici anni - è colta dalla febbre gialla, che la costringe a interrompere il viaggio e ritornare in Europa; Sibylla e Dorothea (la figlia) partono così dal Suriname il 18 giugno 1701 alla volta di Amsterdam.
Quattro anni dopo, esce ad Amsterdam la Metamorfosi degli insetti del Suriname, che viene definita "l'opera più bella mai dipinta in America".
Sofferente di cuore già dal 1711, Maria Sibylla Merian muore d'infarto ad Amsterdam, settantenne, nel 1717.
I suoi disegni di piante, serpenti, ragni, iguane e coleotteri tropicali sono tuttora considerati dei capolavori e vengono ricercati dai collezionisti di tutto il mondo.
Fonte Wikipedia - per saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Sibylla_Merian
Interessante questa tura ricerca. Grazie Stefania.
RispondiEliminaGrazie per averci raccontato l'interessante storia di Maria.
RispondiEliminabuon sabato
Ma bravissima molto interessante buona fine settimana.
RispondiEliminaSono contenta che l'idea di pubblicare questa storia vi sia piaciuta, oltre che bella è anche molto particolare e ci insegna che non ci sono attività per uomini o per donne ma attività che possono fare tutti indistintamente.
RispondiEliminaGrazie per la storia
RispondiEliminaciao Giuliana